E' certamente Maria che, a buon diritto, ha pronunciato queste parole. Anche se non possiamo dirlo con certezza (perché la Bibbia non ce lo riporta), non possiamo non immaginare lo stupore di questa donna, Madre di Dio e per grazia di Dio, difronte al mistero di quel suo Figlio.
Non per fare la colta, ma in effetti mi viene in mente Dante, quando nel Paradiso canta, di Maria, "fattora del tuo Fattore". Figlia del tuo Figlio.
Questa riflessione mi è nata leggendo un bellissimo libro su Maria, "Beata te che hai creduto", di padre Carretto. C'era una frase che mi ha colpito, infatti il capitolo si intitolava proprio come il titolo di questo post, e parlava del nostro rapporto con Dio. Dio come Padre. Quando lo si conosce così, quando Lo si impara ad amare come Padre, è un passo avanti nella fede, di sicuro. Ma spesso, come dice l'autore del libro, quando non si conosce bene il proprio padre, si può averne paura. A molte persone accade così, spesso in conseguenza di traumi subiti. Ma, se è vero che è probabile che possa avere paura di mio padre, non posso dire la stessa cosa di mio figlio. Di un figlio non posso avere paura.
Di un Dio che si fa Figlio NON posso avere paura!!! E chi, meglio del Figlio di Dio, può rivelarci quanto è amorevole e misericordioso il Padre? Dio Padre. Ecco che torna, ed è chiaro il discorso che fa spesso Gesù quando ci parla del Padre. Noi Lo possiamo conoscere solo attraverso Gesù, che ne esegue la perfetta volontà e lo glorifica con la sua missione. E Gesù ci rivela un Padre amorevole, giusto ma soprattutto misericordioso (la parabola del figliol prodigo).
Proprio stamattina mi sono imbattuta nel salmo 102:
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d'Israele le sue opere.
Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.
Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.
Ma la cosa più bella e sconvolgente che ho capito è stata questa: ognuno di noi può dire "Dio mio, Figlio mio". Perché? Perché Gesù stesso ce lo dice: "Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre»." (Marco 3,35)
Madre. Madre! Madre di Gesù!
Per i farisei, al tempo di Gesù, era sconvolgente che Gesù parlasse di Dio come di Dio Padre. Per noi oggi ciò non lo è, almeno da un punto di vista formale (chi non recita il Padre nostro?). Anche se conoscerlo personalmente come Padre è tutta un'altra storia. Tutta un'altra vita.
Soprattutto per un uomo (mio marito sta lavorando proprio su questo punto).
Ma poter dire: Dio mio, Figlio mio...
lunedì 31 gennaio 2011
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