Sto ancora soffrendo per il mio idolo: il figlio. Sia lode a Dio però perché anche su questo mi istruisce e vedo che i tempi sono i Suoi.
Ogni cosa che accade la affido a Lui, anche la più piccola, perché sento che se facessi qualsiasi cosa o prendessi qualsiasi decisione senza prima averlo pregato, ecco, sarei stupida e inutile, e invece voglio che tutto sia fatto a sua gloria e con il suo consenso e volontà, perché “chi non semina con Me, disperde”. E allora gli ho affidato la ricerca della badante di mia nonna. L'ho pregato per una decisione che doveva prendere mio marito. E l’ho pregato per l’adozione a distanza. E ho visto cone Lui mi risponde sempre, puntualmente. Erano giorni che stavo pensando continuamente a questa adozione. Ne avevamo parlato con mio marito addirittura prima di sposarci e ora capisco che i tempi allora non erano pronti. Anche se sicuramente sarebbe stato un bel gesto allora non l’avrei compreso fino in fondo, non l’avrei vissuto come un dono anch’esso. Ed ecco che Gesù sta plasmando in me l’idea del figlio, da idolo a consapevolezza per imparare. Quindi ho sempre in mente tutti i punti della Bibbia in cui si parla di questa attesa, e ho in mente:
- Sara, che cede all’incredulità, che forza i piani di Dio ma il primo figlio di Abramo, Ismaele, non è il figlio della promessa di Dio. L’attesa non è sterile in sé ma permette di focalizzare Dio e metterlo al primo posto su tutto.
- La mamma di Samuele, Anna, che ama tanto il marito e prega Dio, consapevole che però la grazia del figlio che riceverà non è per lei, ma è un dono del Signore e per il Signore… cavolo questo è proprio difficile da capire… e allora nasce Samuele che diventa un nazireo e fin da piccolo sente la voce del Signore.. e intanto l’attesa non è mai sterile anche se dolorosa, ma si carica di amore per il marito..
Erano giorni dunque che pensavo a questa adozione a distanza, se fosse opportuno, gradito, ma in questa occasione ancora non avevo pregato Dio direttamente, anche se Lui legge i miei pensieri. A casa, in un momento di relax, ho scelto una cosa da leggere a caso, vado nello studio e scelgo uno dei opuscoli di "Rosarium", un vecchio numero che stava là da tempo, che avevo certamente già letto ma dimenticato. Era il numero interamente dedicato alle adozioni a distanza!!!
Quando, mesi dopo, è arrivata la scheda con il nostro figlio a distanza, ho sentito una grande commozione e tenerezza nel cuore. Insomma era come se qualcosa dentro di me dicesse di aprirsi all’Amore per ricevere Amore. E allora questa adozione a distanza, anche se non è nulla in confronto alle cose che si possono fare, è una goccia, ma questa goccia la offro a Dio, perché sia a Lui gradita, perché tutto sia predisposto per la Sua santa volontà e gloria. Perché questo bambino sono sicura che è proprio quello adatto per noi, e io e mio marito siamo veramente adatti per lui. Ma la cosa bella è il modo in Gesù mi ha incoraggiato, che si tratta sempre dei momenti più belli, in cui rimango presa da Lui. Sono cose semplici, delicate, ma del resto, Dio si mostrò ad Elia in una brezza leggera, e non nel fuoco, né nel vento, né nel terremoto.
venerdì 23 luglio 2010
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